mercoledì 29 aprile 2009

Povero Catullo

CATULLO
CARME VIII

Povero Catullo, basta con le illusioni:
se muore, credimi, ogni cosa è perduta.
I tuoi giorni felici li hai consumati
quando correvi dove voleva il tuo amore,
amato come amata non sarà nessuna:
nascevano allora tutti i giochi d'amore
che tu volevi e lei non si negava.
I tuoi giorni felici ormai consumati.
Ora non vuole più: e tu non volere, controllati,
non inseguirla, come un miserabile, se fugge,
ma con tutta la tua volontà resisti, non cedere.
Addio, amore mio. Catullo non cede più,
non verrà a cercarti, non ti vorrà per forza:
ma tu soffrirai di non essere desiderata.
Guardati, dunque: cosa può darti la vita?
Chi ti vorrà? per chi ti farai bella?
chi amerai? da chi sarai amata?
E chi bacerai? a chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, resisti non cedere.

(Traduzione di Mario Ramous)


Catullo, immaturo trentenne del I secolo avanti Cristo, impegolato nell'amore-odio per Lesbia, amata, lasciata, riamata, si trova qui definitivamente abbandonato dalla donna. Era lei del resto che fissava orari e luoghi degli appuntamenti, era lei a guidare le danze. Il distacco gli pesa, è tentato di scongiurarla di ritornare, di pregarla. Ma ritrova un sussulto di dignità che gli impone di resistere, di essere "uomo", di non gettarsi un'altra volta nelle pazzie d'amore. Così, come Catullo si avventurava con Lesbia nelle taverne libertine, nelle alcove raffinate, nei quadrivi degli angiporti dove si vuotavano anfore di vino e si celebravano riti osceni, a molti è capitato di compiere atti assolutamente stupidi per inseguire l'amore: film e romanzi sono intessuti di queste follie.
Ma ora Catullo sembra voler mettere un punto fermo: giura di resistere, con ostinazione, di rispondere con una finta indifferenza alla noia e alla sazietà che gli manifesta Lesbia. Si illude - anche se ha dichiarato "basta con le illusioni" - che senza di lui la vita per l'amata perda valore, salvo ripiombare attraverso il climax delle domande che egli stesso pone, nello spettro della gelosia, nel tormento dell'amore perduto...


Ritratto di Gaio Valerio Catullo


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LA FRASE DEL GIORNO
Spinge Amore ad aspre rotte.
MIGUEL DE CERVANTES, Don Chisciotte




Gaio Valerio Catullo (Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.), poeta romano. È noto per l'intensità delle passioni amorose espresse, per la prima volta nella letteratura latina, nel suo Catulli Veronensis Liber, in cui l'amore ha una parte preponderante, sia nei componimenti più leggeri che negli epilli ispirati alla poesia di Callimaco e degli Alessandrini in generale.

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