domenica 13 dicembre 2009

Il bolero triste di Cortázar


JULIO CORTÁZAR

BOLERO

Che vanità immaginare
che posso darti tutto, l'amore e la felicità,
viaggi, musica, giocattoli.
Certo è così:
tutto quel che ho te lo do, certo,
ma tutto quel che ho non ti basta
come a me non basta
tutto il tuo.

Per questo non saremo mai
la coppia perfetta, la cartolina,
se non siamo in grado di accettare
che solo in aritmetica
il due nasce da uno più uno.

Perciò ecco un bigliettino
che dice solo:

Sei sempre stata il mio specchio,
Voglio dire che per vedermi devo guardare te.

E questo frammento:

La lenta macchina del disamore
gli ingranaggi del riflusso
i corpi che abbandonano i cuscini
le lenzuola i baci
e in piedi davanti allo specchio si domandano
ognuno a se stesso
e senza guardarsi
non nudi l’uno per l’altra
io non ti amo,
amore mio.

(da Tranne il crepuscolo, 1985)

.

Julio Cortázar, scrittore argentino, amava molto il fantastico, la metafisica, il mistero. Innestava tempi su tempi senza seguire una linearità cronologica. Anche in questa poesia riesce a disorientare il lettore: nasce come una dichiarazione d’amore intensa e immensa. L’unione non è quella tra due persone ma una sorta di immedesimazione: quell’uno più uno non dà due come somma ma molto di più, esattamente il contrario di un’altra poesia, di Nelo Risi, intitolata “Uno + uno = uno”. Qui è la ricerca di un amore totale, appagante, che rispecchia i due innamorati l’uno nell’altro. Ma alla fine il gioco si rovescia, giunge il disamore, il lento fluire di un amore divenuto routine.

.

Talantbek Chekirov, “Lo specchio"

.

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LA FRASE DEL GIORNO
Nel mio corpo vivo ho le rovine dell’amore.
PAUL ÉLUARD, Poesie




Julio Cortázar, all'anagrafe Julio Florencio Cortázar Descotte (Ixelles, Belgio, 26 agosto 1914 – Parigi, 12 febbraio 1984), scrittore, poeta, critico letterario, saggista e drammaturgo argentino naturalizzato francese, maestro del racconto, particolarmente attivo nei generi del fantastico, della metafisica, del mistero.


3 commenti:

Gianna ha detto...

Forse si pretende l'inverosimile dall'amore idealizzato.

DR ha detto...

certo che quei due versi "Sei sempre stata il mio specchio, / Voglio dire che per vedermi devo guardare te" sono la manifestazione di un amore assoluto, forse inimmaginabile, poetico sì ma impossibile...

FlicFlacky ha detto...

Un amore assoluto sí, ma solo verso se stessi.