lunedì 18 gennaio 2010

Arturo Onofri

Il “frammento” fu un genere evocativo in voga circa un secolo fa, a cavallo dei primi due decenni del Novecento: una lirica molto descrittiva e molto prosastica dall’evidenza alquanto formale, il momento che viene colto nel suo breve essere. Un rigoroso e coerente rappresentante di questo stile fu il romano Arturo Onofri, nato nella Capitale nel 1885 e lì morto a 43 anni. Nel 1912 aveva fondato con Baldini, Fracchia e De Santis la rivista letteraria “Lirica”, fu poi collaboratore di “La Diana”, “Nuova Antologia” e “La Fiera Letteraria”. I suoi versi sono, come detto, prosastici; così come, del resto, le sue prose sono abbellite da un’illuminazione lirica. In questi pochi esempi riportati si può notare l’evoluzione dello stile di Onofri, che dal 1907 al 1927 va perdendo via via quell’incrostazione classicheggiante a vantaggio di un più fluido e più moderno scorrere.




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da “LIRICHE”, 1907

RISVEGLIO DEL BOSCO

Risorge, dalla notte che dirada,
la prima voce d'alberi tranquilla;
sull'intrisa ramaglia, a stilla a stilla,
s'aggòcciola brillando la rugiada.

Murmuri vaghi d'erbe e di ruscelli
tra il rosicchìo d'un ghiro ancor famelico;
in un cespuglio, un indistinto anelito
fra uno sfrullare tacito d'uccelli.

E dall'orror silvano, l'ombre a sciami
fuggono ai loro mattutini esilî;
piovendo, fra il fogliame nero, fili
tremuli d'oro sui vocali rami.

Melodia della luce, incerta e varia
in un languore ancora vanescente;
pur, tra le fronde grigie e sonnolente
già s'inazzurra il palpito dell'aria.

E d'improvviso, nel silenzio, un coro
scoppia dal folto, echeggia in tutto il cielo,
mentre, lungi da un fluido roseo velo
balzano monti sfolgoranti d'oro.

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da “ARIOSO”, 1921

CAPINERA

La capinera cuce cuce e cuce.
Dalla quercia solitaria
con le acce lunghe lunghe del suo canto
ombra e sole in terra cuce,
cuce sereno e nuvole nell'aria,
finché tra i tronchi l'erba è tutta luce
e il cielo è tutto eguale liscio e bianco
come una pura conchiglia di canto.

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da "TERRESTRITÀ DEL SOLE", 1927

ARMONIE DEL MATTINO ALTOLUCENTI

Armonie del mattino altolucenti!
Lo sparso arcobaleno dei colori
sogna sé lungo il brivido dei venti,
nel grembo delle nuvole e dei fiori,
____________nel sospiro d'un prato
____________che sembra oro soffiato.

La luce ascolta il proprio metter ali,
che tramuta crisalidi in farfalle,
e dal buio dei bozzoli invernali
risorge in melodie blu rosse gialle,
____________svegliando sugli steli
____________mille piccoli cieli.

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BIBLIOGRAFIA POETICA

  • Liriche, Roma, Vita letteraria, 1907.
  • Poemi tragici, Roma, Vita letteraria, 1908.
  • Canti delle oasi, Roma, Vita letteraria, 1909.
  • Disamore, Roma, Vita letteraria, 1912.
  • Liriche, Napoli, Ricciardi, 1914.
  • Orchestrine, Milano, La Diana, 1917.
  • Arioso, Roma, Bragaglia, 1921.
  • Le trombe d'argento, Lanciano, Carabba, 1924.
  • Terrestrità del sole, Firenze, Vallecchi, 1927
  • Vincere il drago!, Torino, Ribet, 1928.
  • Simili a melodie rapprese in mondo, Roma, Al tempio della Fortuna, 1929.
  • Zolla ritorna cosmo, Torino, Buratti, 1930.
  • Suoni del graal, Roma, Al Tempio della Fortuna, 1932.
  • Aprirsi fiore, Torino, Gambino, 1935.

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LA FRASE DEL GIORNO
La parola di un poeta è essenza del suo essere.
ALEKSANDR PUSKIN




Arturo Onofri (Roma, 15 settembre 1885 – 25 dicembre 1928), poeta e scrittore italiano, tra i massimi poeti metafisici del Novecento. Aderì al Frammentismo, che costruisce le opere per mezzo di eventi slegati: i suoi versi prosastici fanno da contraltare alle prose abbellite da un’illuminazione lirica. La sua opera fu influenzata dall’incontro con Rudolf Steiner.


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