mercoledì 24 febbraio 2010

Un amore crepuscolare

CARLO CHIAVES

L’IMPETO VANO

Tu che non fosti mia,
per quanto amor già m'abbia
di languore, di rabbia
stremato, e di follia,

per quanto sovra l'orme
vaghe, senza mai pace
si avventasse il rapace
desio che non s'addorme,

mia non sarai:più acerbo,
perché più vano, il duolo
cupo, incessante, solo,
mi struggerà ogni nerbo.

Gioco non ha carezza
contro il gelido smalto,
che spunterà ogni assalto
de la mia giovinezza.

Di questa avida e pronta
ch'io volli darti intera,
mia gioventù, che spera,
ch'arde, che brama, e affronta

con un impeto insano
tutto che a lei si niega,
che più combatte o prega,
quanto il tentar più è vano,

che a tua bellezza chiusa
più si rivolge e avventa,
perché meglio la tenta,
quanto più si ricusa.

Così tu vai, sicura,
entro una fiamma accesa,
barbaramente illesa,
ferocemente pura.

(da Sogno e ironia, 1910)

.

Un amore non corrisposto è quello che canta con i suoi toni crepuscolari e il suo linguaggio ancora ottocentesco il torinese Carlo Chiaves, figlio di un ministro del governo Lamarmora, procuratore legale e poeta della “banda Gozzano”. Un amore che non ha sbocchi ma che continua a rodere il cuore, a bruciarlo con la sua fiamma, a spuntare con la sua fredda durezza le armi della giovinezza. Un tema caro ai crepuscolari: si pensi alle “donne impossibili” di Gozzano, l’amica di nonna Speranza, la signorina Felicita, ma anche al “cuore desolato” di Corrado Govoni. Quella che Edoardo Sanguineti definisce “la proclamazione dell’incapacità d’amare, la teorizzazione poetica dell’aridità sentimentale”.

La chiusa ci riporta un’eco di Mario di Luzi: “Entri nei miei pensieri e n’esci illesa” (Notizie a Giuseppina dopo tanti anni). La poesia è capace di queste magie…-



Gustav Klimt, “Emilie Flöge”.

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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore non corrisposto fa male, ma l’amore che non può essere corrisposto riesce davvero a buttarti giù.
SAM SAVAGE, Firmino




Carlo Chiaves (Torino, 28 novembre 1882 – 16 maggio 1919), poeta e giornalista italiano. Amico di Gozzano e di Amalia Guglielminetti, nei suoi versi esprime con grazia i temi della poesia crepuscolare. Letterato versatile, praticò anche il teatro.



8 commenti:

nidia ha detto...

barbaramente illesa
ferocemente pura :-)

DR ha detto...

è la frase che mi ha colpito e che mi ha convinto a pubblicare questi versi per il resto normalissimi: il lampo, il genio che accende la poesia.

nidia ha detto...

accostamenti azzeccatissimi, concordo (nel mio piccolo)

CT ha detto...

sarò cattivissima...ma questi amori non corrisposti generano nei poeti versi molto più struggenti ed emozionanti degli amori felici...con questo non voglio certo augurare ai poeti solo amori non ricambiati!!!
tranquillo Daniele ...ti auguro tutto il bene del mondo...

DR ha detto...

il vero amore è quello non corrisposto: sempre vivo...

zoé ha detto...

Bella da far male .........

Rossella ha detto...

E per citare Gozzano e l'incapacità di amare:
L'onesto rifiuto

Un mio gioco di sillabe t'illuse.
Tu verrai nella mia casa deserta:
lo stuolo accrescerai delle deluse.
So che sei bella e folle nell'offerta
di te. Te stessa, bella preda certa,
già quasi m'offri nelle palme schiuse.

Ma prima di conoscerti, con gesto
franco t'arresto sulle soglie, amica,
e ti rifiuto come una mendica.
Non sono lui, non sono lui! Sì, questo
voglio gridarti nel rifiuto onesto,
perché più tardi tu non maledica.

Non sono lui! Non quello che t'appaio,
quello che sogni spirito fraterno!
Sotto il verso che sai, tenero e gaio,
arido è il cuore, stridulo di scherno
come siliqua stridula d'inverno,
vôta di semi, pendula al rovaio...

Per te serbare immune da pensieri
bassi, la coscienza ti congeda
onestamente, in versi più sinceri...
Ma (tu sei bella) fa ch'io non ti veda:
il desiderio della bella preda
mentirebbe l'amore che tu speri.

Non posso amare, Illusa! Non ho amato
mai! Questa è la sciagura che nascondo.
Triste cercai l'amore per il mondo,
triste pellegrinai pel mio passato,
vizioso fanciullo viziato,
sull'orme del piacere vagabondo...

Ah! Non volgere i tuoi piccoli piedi
verso l'anima buia di chi tace!
Non mi tentare, pallida seguace!...
Pel tuo sogno, pel sogno che ti diedi,
non son colui, non son colui che credi!

Curiosa di me, lasciami in pace!


Guido Gozzano da Il reduce

DR ha detto...

È sempre bello leggere Gozzano... magari tra qualche tempo la propongo