lunedì 19 aprile 2010

Valeri e il nuovo fiore


DIEGO VALERI

VENEZIANA

La biondina è sul balcone,
capo chino, ciglia basse,
tra le pallide erbe grasse
e il geranio vermiglione.

L' aria, i muri, il rio deserto
nel crepuscolo che muore
sono fisi al nuovo fiore
che lassù risplende aperto.

Lei però non ne sa nulla;
monda attenta il suo giardino,
ciglia basse e capo chino.
(Lei non è che una fanciulla.)

Ora par che all'improvviso
l'abbia alcuno nominata.
Guarda intorno trasognata,
leva al cielo il bianco viso.

Gli occhi d'oro van cercando
qualche ignota strana cosa
nella luce dubitosa
del crepuscolo amaranto.

Ma nel cielo non c'è nulla;
spenti i muri, chiuso il rio
nel suo cupo dondolio.
(Lei non è che una fanciulla.)

(da Poesie, 1962)

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C’è tutta un’atmosfera veneziana in questa poesia di Diego Valeri: con le sue “rime chiare” alla Caproni, il poeta veneto dipinge un pittoresco scorcio di Venezia, un piccolo rio nel crepuscolo che cade lentamente dall’ultimo sole all’ombra arrossata del crepuscolo.

Una ragazza cura i gerani di un balcone, toglie le foglie secche, leva l’erba che si insinua tra le foglie carnose delle piante grasse. È lei stessa un fiore, uno splendido fiore di donna appena sbocciato e la sua bellezza sfolgora nell’ombra cupa del rio. Come una dea scesa in terra, la dea della bellezza, la dea dell’amore. Ma non è che una ragazza, ci ricorda sottovoce Valeri, che ne coglie uno scatto del volto come se qualcuno – ma non ci sono che le case e l’acqua del canale – l’avesse chiamata: la voce della poesia che risplende nei suoi occhi d’oro d’immagine presto perduta.

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Luigi Onofri, “Venezia, Rio San Barnaba”, 2008

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LA FRASE DEL GIORNO
Questo solo vediamo noi, mortali: / che divina è la sera.
DIEGO VALERI, Calle del vento




Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.


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