giovedì 18 novembre 2010

Il cammino dei poeti


MARINA CVETAEVA

IL POETA, 1

Il poeta - da lontano conduce il discorso.
Il poeta - lontano conduce il discorso.

Per pianeti, per segni, per botri
di indirette parabole... Fra il
e il no
lui - persino volando giù dal campanile -
rimedia un appiglio... Poiché il cammino delle comete

è il cammino dei poeti. I dispersi anelli
della casualità, ecco il suo legame! Con la fronte in alto
disperatevi! Le eclissi dei poeti
non sono previste dal calendario.

Lui è quello che imbroglia le carte,
che inganna sul peso e sul conto;
lui è quello che
domanda
dal banco
chi demolisce Kant,

chi c'è nella bara di pietra della Bastiglia -
com'è l'albero nella sua bellezza...
Quello le cui tracce si dileguano sempre,
quel treno a cui tutti
arrivano tardi...
                Poiché il cammino delle comete
è il cammino dei poeti: bruciando e non scaldando,
strappando e non coltivando - esplosione e scasso -
il tuo sentiero crinieruto, storto,
non è previsto dal calendario!

8 aprile 1923

(da Dopo la Russia, 1928)

.

“Marina era assolutamente eccezionale, sorprendente, peculiare. Essa viveva fuori della vita quotidiana e fuori della logica, in un mondo proprio, da lei creato…” scriveva di Marina Cvetaeva la memorialista Zachovskaja. Quel mondo, naturalmente, era la poesia. L’unico appiglio al mondo, l’unica chiave per leggere l’esistenza: Marina esiste solo in quanto scrive dei versi.

Ilia Ehrenburg scrive di lei: “Ho incontrato molti poeti nella mia vita e conosco lo scotto che l’artista paga per la sua passione; ma, se non sbaglio, nei miei ricordi non esiste un’immagine più tragica di quella di Marina. Nella sua biografia tutto appare incerto, illusorio: le sue idee politiche, i giudizi critici, i drammi personali; tutto, tranne la poesia”. Eccolo ancora qui, il punto fermo: la poesia. Ed è alla luce di queste due testimonianze che possiamo allora leggere questi versi, l’eccezionalità di essere poeti, l’impossibilità di confinare un poeta dentro schemi o catene, il dono che permette di svincolarsi dalla corporeità terrestre, dagli innamoramenti, dalle follie, dalle morbose passioni.

.

image

Irene Salvatori, “Il sonno del poeta”

.

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
Mondo, cerca di capire! Il poeta – nel sonno – scopre / la legge della stella e la formula del fiore.
MARINA CVETAEVA, Don Juan




Marina Ivanovna Cvetaeva (Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941), poetessa e scrittrice russa. Divenuta una delle migliori voci del simbolismo russo, fu invisa al regime stalinista. Esule a Berlino e Parigi, tornò in patria nel 1939 alla ricerca del marito, fucilato dall NKVD e della figlia, in campo di lavoro. Disperata e isolata, si uccise nel 1941.


3 commenti:

Vania ha detto...

...mi piace questa Poesia....inquietante per me il dipinto.
ciaooo Vania

DR ha detto...

senza viso, perché tutti sono poeti

Adriano Maini ha detto...

Quella Russia che già conosceva orrori, certo, non ancora quelli del regime staliniana, ... grande fucina d'arte!