domenica 29 novembre 2015

La chiave

 

ÁNGELA FIGUERA AYMERICH

SENZA CHIAVE

Mi possiedi e sono tua. Così vicini l’una all’altro
come la carne sulle ossa.
Così vicini l’una all’altro
e, spesso, così lontani!...

Tu mi dici talvolta che mi trovi chiusa,
come di pietra dura, come avvolta in segreti,
impassibile, distante... E vorresti fosse tua
la chiave del mistero...

Ma non l’ha nessuno... Non c’è chiave. Nemmeno io,
nemmeno io stessa l’ho!
 

(Sin llave, da Mujer de barro, 1948)

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Tutti noi siamo dei cassetti chiusi a chiave, l’uno per l’altro, e non è facile venire aperti, non è facile lasciare che altri frughino tra quei misteriosi segreti che formano il nostro essere. Talvolta neppure noi stessi siamo in grado di aprire quel cassetto, come nota la poetessa spagnola Ángela Figuera Aymerich. Non solo: qui il punto è anche sul rapporto tra uomo e donna (“Il tuo amore è di presa, di offerta è il mio amore / Il Signore mi ha dato la parte migliore”), sull’interiorizzare tipico femminile che può apparire all’occhio del partner come un modo di eludere, mentre in realtà è qualcosa di diverso, un’identità più complessa e inafferrabile.

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Kush

VLADIMIR KUSH, “KEY OF PASSION”

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LA FRASE DEL GIORNO
Sì, anch’io vorrei essere parola nuda. / Essere un’ala senza piume in un cielo senza aria.
ÁNGELA FIGUERA AYMERICH




Ángela Figuera Aymerich (Bilbao, 30 ottobre 1902 – Madrid, 2 aprile 1984),  scrittrice spagnola, rappresentante della cosiddetta poesia senza radici della prima generazione spagnola del dopoguerra. Dall'attaccamento al quotidiano e al paesaggio degli esordi è passata ad una visione più impegnata del mondo sviluppando la sua fase di poesia sociale, definita "esistenzialismo solidale".


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