venerdì 22 luglio 2016

La vita ricordata

 

FELIPE BENÍTEZ REYES

IL VALORE DEL PASSATO

C’è qualcosa di inesatto nei ricordi:
una linea sfuocata fatta d’ombra,
di errore agevolato.
                             E se la vita
è cifrata in qualcosa,
è in questi ricordi
un poco sbiaditi,
forse modificati dal tempo
con un’arte che implica la finzione, quindi non può
essere vera la vita ricordata.
                                      Eppure
a questo inganno dobbiamo ciò che infine
sarà la vita certa, a questo inganno
dobbiamo la vita stessa.

(da Sombras particulares, 1992)

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Senza arrivare al caso patologico dei falsi ricordi (confabulation), per cui si ricordano cose non accadute o eventi avvenuti in modo però diverso o in differenti periodi, talora intessuti con sogni creduti reali, è però vero che la memoria nel corso del tempo sbiadisce, che i dettagli si perdono o si modificano – come nota il poeta spagnolo Felipe Benítez Reyes: quella però è la sola vita che noi stessi ricordiamo, quello è l’inganno che portiamo comunque avanti, la medesima considerazione con cui Gabriel García Márquez apre Vivere per raccontarla: “La vita non è quella che si è vissuta,ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”.

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liu gao feng

DIPINTO DI LIU GAO FENG

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LA FRASE DEL GIORNO
La memoria è straordinaria: non solo contiene il passato, ma anche l’immaginazione di tutti i futuri.
FELIPE BENÍTEZ REYES




Felipe Benítez Reyes (Rota, 25 febbraio 1960), scrittore e poeta spagnolo. Dopo la laurea in filologia ispanica], ha esordito nel 1982 con la raccolta di liriche Paraíso manuscrito. Autore versatile, nel corso della sua carriera ha pubblicato romanzi, raccolte di racconti e di poesie, libri per ragazzi, saggi e un testo teatrale.


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