giovedì 26 novembre 2009

Il poeta in bicicletta

GIORGIO ORELLI

SULLA SALITA DI RAVECCHIA

Chi è questo che viene, che solo di vista conosco,
con uno spolverino di tinta neutra,
e adesso che spingo a mano la bici mi segue da presso
e prima di giungere in cima all'allegra salita
«scusi» mi fa toccandosi svelto il cappello
di falda severa, «la borsa cade?»

«Grazie, lasciamola
andare dove vuole» dico «tanto, cadendo si avvita
al portapacchi, vede?, dove di certo starebbe
fino l Giudizio Universale. Grazie,
comunque».

E lui: «Lei non conosce me, io svizzero
tedesco, di Zurigo, ma già tanti anni in Ticino,
io testimone di Geova, sa lei
che la fine del mondo è vicina e tutti i capri
saranno separati dai pecori, lei sa?»
«Lo so» rispondo (neri gallini ci guardano
di profilo da un orto, l'acqua che va nel tombino
ciangotta che pare un uccello)
«lo so perché anch'io sono oriundo
dell'aldilà».

(dal “Corriere del Ticino”, 10 ottobre 1996)

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Giorgio Orelli, poeta ticinese, è stato definito “poeta dell’occasione” per il suo gusto della quotidianità, per l’elevazione a poesia dell’evento che brilla come un puntino di mica nella pietra della trita realtà di ogni giorno. Questa poesia, pubblicata sul “Corriere del Ticino” in occasione dei Mondiali di ciclismo di Lugano del 1996, ne è un esempio calzante: un incontro, mentre il poeta, sceso dalla bicicletta su un’erta salita, la spinge a mano; un testimone di Geova che lo raggiunge e gli parla della fine del mondo. Orelli, che dopo aver praticato a lungo una poesia di stile montaliano, in età più matura si è abbandonato a un linguaggio più giornaliero e dialogato a discapito del verso esatto, gioca sul filo dell’ironia – memorabile quei “neri gallini” che seguono i “capri” e i “pecori” e chiude il breve fraseggio con un epigramma fulminante: allo svizzero tedesco trapiantato in Ticino dice di essere anch’egli un oriundo, non di un luogo, ma della vita. Non è difficile immaginarlo, ormai giunti i due alla fine della salita, inforcare nuovamente la bicicletta e partire lasciando nell’aria quella sua sentenza.

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Alexander Millar, “The dismount”

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LA FRASE DEL GIORNO

Gli uomini possono salvarsi solo fra loro. Per questo Dio si traveste da uomo.
ELIAS CANETTI, La provincia dell’uomo




Giorgio Orelli (Airolo, 25 maggio 1921), scrittore, poeta e traduttore svizzero di lingua italiana. La sua poesia, in parte appartenente al filone post-ermetico, a tratti avvicinata a quella Linea Lombarda, è ricca di grazia musicale e si caratterizza per una sua ironica ambiguità.


3 commenti:

don Luca Peyron ha detto...

Oriundo dell'aldilà.... bellissimo questo spruzzo di infinito!

Grazie

DR ha detto...

Sì, è il lampo di genio che mi ha colpito in questa poesia di Orelli e che mi ha convinto a pubblicarla...

Giuseppe Barreca ha detto...

proprio in questi giorni sto scoprendo questo poeta, che conoscevo solo di nome. Mi piace questa scoperta!