sabato 27 agosto 2011

Un uomo sulla spiaggia

 

HARIS VLAVIANOS

MEDITAZIONI D’AGOSTO

1.

Se un uomo sulla quarantina
disegna ancora mari e colombaie,
se nel suo pensiero si riflette
un sole più trasparente,
più lucido del sole reale,
se la parola "Amorgos" non è solo
la maschera di un fugace ricordo adolescenziale,
allora tra la poesia del desiderio
e la poesia della necessità
la perdita palpita davvero.

2.

I prologhi si sono consumati.
Non possono sempre sostituire l'argomento.
Deve decidere se può
reggere questa idea assoluta
anche se ha smesso di credere alla sua forza.

3.

Successive metamorfosi di paradiso.
L'occhio cerca di interpretare l'enigma della bellezza
mentre Delo emerge lentamente all'orizzonte.
L'estate sembra durare un'eternità.
La poesia comincia a inventare se stessa
nel momento in cui lui volge il viso alla luce.

(Il momento in cui l'immaginazione,
libera dalla sensazione del bianco ardente,
verticalmente si leva nel cielo.)

4.

Non una vela all'orizzonte
a lacerare la tela lontano.
L'immagine di un albero
con i rami spazzati dal vento scava lo sfondo
non è una parte del paesaggio oggi.
Eppure, c’è la vecchia signora che sale in ginocchio
tenendo stretta la sua icona.

5.

L'uomo sta camminando sulla spiaggia da solo.
È ancora commosso dal sussurro melodioso delle onde,
dal modo in cui l'acqua canta la ninna nanna alla roccia.
La natura intorno a lui
(cedri, marce barche da pesca, ciottoli)
ha una malinconica, semplice luminosità.
Se dovesse morire in questo momento,
vorrebbe essere qui,
in questo luogo, dove è già stato.
Anche per un po'.
Per ora.

.

Un giorno caldo d’agosto. Delo, il suo mare azzurro, le sue spiagge sassose, le colline viola sullo sfondo, le case bianche con i balconi verniciati di turchese. È lì, tra le onde che sembrano cullare ogni cosa e riverberano riflessi prima di lambire barche sfasciate e sassi levigati dall’incessante muoversi del mare, che un uomo sulla quarantina medita sulla poesia e sulla sua funzione, sulla memoria, sui ricordi, sul senso della vita. L’uomo è un poeta greco, Haris Vlavianos, nato però a Roma nel 1957, insegnante di Storia e Storia delle Idee all’American Greece College di Atene.

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FOTOGRAFIA © SAILKO

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LA FRASE DEL GIORNO
Anche noi, come l'acqua che scorre, siamo viandanti in cerca di un mare.
JUAN BALADÁN GADEA, Di solitudine e amore




Haris Vlavianos (Roma, 1957), poeta greco. Ha pubblicato dieci raccolte di poesie, l'ultima delle quali è Sonetti della disperazione. Ha pubblicato anche una raccolta di pensieri e aforismi sulla poesia e sulla poetica intitolata L'altro posto (1994) e un libro di saggi intitolato, La poesia conta?: Pensieri sull'inutilità di un'arte (2007), nonché un libro con haiku. 


2 commenti:

Vania ha detto...

...non riesco a concentrarmi...ripasso perchè credo meriti essere letta bene.
ciaooo Vania

Vania ha detto...

...molti "passaggi" interessanti/sentiti.

... e per forza mi ha colpito di più...
"L'occhio cerca di interpretare l'enigma della bellezza"
ciaoo Vania