mercoledì 12 ottobre 2011

Orma di luce dei miei passi


PAUL CELAN

RITRATTO DI UN’OMBRA

I tuoi occhi, orma di luce dei miei passi;
la tua fronte, solcata dal lampo delle spade;
i tuoi sopraccigli, orlo della rovina;
le tue ciglia, messi di lunghe lettere;
i tuoi riccioli, corvi, corvi, corvi;
le tue guance, stemma del mattino;
le tue labbra, ospiti tardivi;
le tue spalle, statua dell’oblio;
i tuoi seni, amici delle mie serpi;
le tue braccia, lontani alla porta del castello;
le tue mani, tavole di morti giuramenti;
i tuoi fianchi, pane e speranza;
il tuo sesso, legge dell’incendio boschivo;
le tue cosce, ali nell’abisso;
i tuoi ginocchi, maschere della tua boria;
i tuoi piedi, teatro d’armi dei pensieri;
le tue piante, cripte di fiamme;
la tua orma, occhio del nostro addio.

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È una tradizione antichissima, risale al Medioevo italiano, quella di cantare la bellezza femminile secondo un preciso canone che affianca ad ogni parte del corpo, partendo dall’alto e andando verso il basso, una metafora. Paul Celan, poeta rumeno di lingua tedesca marcato dalla scomparsa dei genitori nei lager nazisti e da problemi psichiatrici che lo porteranno infine a gettarsi nella Senna, rinnova il modello classico cantando con le parole moderne del Simbolismo l’amore vissuto nella sua totalità di passione e di carnalità, di idealizzazione e di sogno, di dolore e di piacere.

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ENRIQUE SIMONET, “IL GIUDIZIO DI PARIDE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Di fronte a tale bellezza nulla si può fare. / Quando le toglieremo i suoi vestiti / Potrai vedere il suo cuore nel suo fragile seno, / Come una dura roccia in un limpido lago
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SHAMS-AL-DIN HAFIZ, Quartine




Paul Celan, nato Paul Antschel (Cernauți, 23 novembre 1920 – Parigi, 20 aprile 1970), poeta rumeno di origine ebraica, nato nel capoluogo della Bucovina settentrionale, oggi parte dell'Ucraina. Tormentato da crisi di angoscia, dopo numerosi ricoveri in cliniche psichiatriche, si uccise gettandosi nella Senna.


2 commenti:

Vania ha detto...

...non lo sapevo...quello di cantare la belezza in questo modo.

...secondo me ...una idealizzazione molto ben descritta....e mi sembra di una persona ben consapevole del significato del "mondo" che lo circonda.

ciaooo Vania

DR ha detto...

questa tradizione è poi entrata a far parte di molte canzoni popolari, spesso con toni licenziosi, come il celebre "uselin de la comare"