mercoledì 29 agosto 2012

I poeti si divertono: Orelli

 

GIORGIO ORELLI

DAL BUFFO BUIO

Dal buffo buio
sotto una falda della mia giacca
tu dici: “Io vedo l'acqua
d'un fiume che si chiama Ticino
lo riconosco dai sassi
Vedo il sole che è un fuoco
e se lo tocchi con senza guanti ti scotti
Devo dire una cosa alla tua ascella
una cosa pochissimo da ridere

Che neve bizantina
Sento un rumore un odore di strano
c'è qualcosa che non funziona?
forse l'ucchetto, non so
ma forse mi confondo con prima
Pensa: se io fossi una rana
quest'anno morirei”

“Vedi gli ossiuri? gli ussari? gli ossimori?
Vedi i topi andarsene compunti
dal Centro Storico verso il Governo?”

“Vedo due che si occhiano
Vedo la sveglia che ci guarda in ginocchio
Vedo un fiore che c'era il vento
Vedo un morto ferito
Vedo il pennello dei tempi dei tempi
il tuo giovine pennello da barba
Vedo un battello morbido
Vedo te ma non come attraverso
il cono del gelato”

”E poi?”
”Vedo una cosa che comincia per GN”
”Cosa?”
”Gnente”

(“Era solo per dirti che son qui,
solo per salutarti”)

(da Sinopie, Mondadori, 1977)

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Anche i poeti si divertono: Montale, ad esempio, rovesciò come un guanto “La pioggia nel pineto” di D’Annunzio, Palazzeschi giocò con le onomatopee: “Clof, clop, cloch, / cloffete, / cloppete, / clocchette, / chchch... / È giù, / nel cortile, / la povera / fontana / malata”. Lo svizzero Giorgio Orelli gioca invece la carta dell’allitterazione, del suono che sorprende, dell’associazione di idee bislacca, degli anacoluti, dei neologismi, delle grafie strampalate che in altri contesti costituirebbero un errore ma che qui assurgono a poesia: l’ucchetto, il “gnente”, per esempio, ma anche degli ossimori con/senza e morto/ferito. Tutte le Sinopie sono un catalogo di questi giochi linguistici e letterari, con riferimenti più o meno nascosti a Dante, a Sant’Agostino, a Antonio Machado: perché i poeti si divertono, ma con giudizio.

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RENÉ MAGRITTE, “LA MASQUE VIDE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Dante stesso dice che la poesia: ‘nihil aliud est quam fictio retorica musicaque poita’. Una definizione altissima della poesia: finzione retorica messa in musica.
GIORGIO ORELLI, La Regione Ticino, 21 aprile 2012




Giorgio Orelli (Airolo, 25 maggio 1921), scrittore, poeta e traduttore svizzero di lingua italiana. La sua poesia, in parte appartenente al filone post-ermetico, a tratti avvicinata a quella Linea Lombarda, è ricca di grazia musicale e si caratterizza per una sua ironica ambiguità.


2 commenti:

Vania ha detto...

....leggere...leggeri.:))
ciaoo Vania

DR ha detto...

sì, ma che fantasia... al galoppo!