mercoledì 15 maggio 2013

Un fiume di palpiti

 

OCTAVIO PAZ

PRIMA DEL PRINCIPIO

Rumori confusi, incerto chiarore.
Inizia un nuovo giorno,
è una stanza in penombra
e due corpi distesi.
Nella fronte mi perdo
In un pianoro vuoto.
Già le ore affilano i rasoi.
Ma al mio fianco tu respiri;
intimamente mia eppur remota
fluisci e non ti muovi.
Inaccessibile se ti penso,
con gli occhi ti tocco,
ti guardo con le mani.
I sogni ci separano
ed il sangue ci unisce:
siamo un fiume di palpiti.
Sotto le tue palpebre matura
il seme del sole.
Il mondo
non è ancora reale,
il tempo è dubbio:
solo il calore della tua pelle
è vero.
Nel tuo respiro ascolto
la marea dell'essere,
la sillaba scordata del Principio.

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Amore ed erotismo si mescolano alla natura del tempo e a riflessioni su una visione del mondo di derivazione buddhista, come spesso accade nei versi del poeta messicano Octavio Paz insignito del Premio Nobel nel 1990: due amanti che si svegliano la mattina nel letto assurgono così a una dimensione metafisica.

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  November

CLARE ELSAESSER, “NOVEMBER”

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LA FRASE DEL GIORNO
Tra ciò che vedo e dico, / tra ciò che dico e taccio, / tra ciò che taccio e sogno, / tra ciò che sogno e scordo, / la poesia
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OCTAVIO PAZ




Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998),  poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”.


1 commento:

Vania ha detto...

...mi piace molto e mi piace quella maiuscola al Principio finale...la trovo elegante.

ciaoo Vania:)
...bella l'immagine e la frase del giorno la rubai a suo tempo in ideafotografata ...quindi mi piace anch'essa:)