mercoledì 8 ottobre 2014

Come foglie e come vento

 

MARGHERITA GUIDACCI

ALL’IPOTETICO LETTORE

Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido. Essa non vuole altro
che riposare in te.
Ma schiudile se un giorno
la sentirai fuggire. Fa' che siano
allora come foglie e come vento,
assecondando il suo volo.
E sappi che l'affetto nell'addio
non è minore che nell'incontro. Rimane
uguale e sarà eterno. Ma diverse
sono talvolta le vie da percorrere
in obbedienza al destino.

(da Anelli del tempo, 1992)

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“La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve!” dice Mario Ruoppolo/Massimo Troisi a Pablo Neruda nel film Il postino. Margherita Guidacci, poetessa fiorentina, sembra dargli ragione: segue i suoi versi – la sua anima, perché altro non sono – nel percorso verso gli ipotetici lettori, nel dono che ne fa. Quello che importa è che questi versi si sentano a loro agio, che possano rimanere finché servono; una volta che hanno assolto il loro scopo, è meglio lasciarli volare via, liberi e leggeri come farfalle.

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Olbinski2

DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI

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LA FRASE DEL GIORNO
Far poesie è come far l'amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa.
CESARE PAVESE, Il mestiere di vivere




Margherita Guidacci (Firenze, 25 aprile 1921 – Roma, 19 giugno 1992), poetessa e traduttrice italiana. Dopo la crisi del suo matrimonio, negli Anni’60, superò un decennio di grave sofferenza psichica che culminò nel ricovero in una clinica neurologica. Tra i poeti da lei tradotti John Donne, Emily Dickinson, T.S. Eliot ed Elizabeth Bishop.


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