lunedì 9 marzo 2015

Vivere è altra cosa

 

GUY GOFFETTE

UN PO’ D’ORO NEL FANGO

Mi dicevo anche: vivere è altra cosa
da quest’oblio del tempo che passa,
non le stragi dell’amore e dell’usura –
dal mattino alla notte lo facciamo:

fendere il mare, fendere il cielo, la terra,
volta per volta uccello, pesce, talpa, infine:
giocando a mescolare l’aria, l’acqua, i frutti
e la polvere; agendo come, bruciando per,

andando verso, a raccogliere cosa? Il verme
nella mela, tra le messi il vento, tanto tutto
sempre ricade, tanto tutto ricomincia e niente
mai è uguale a quello che era, né meglio né peggio,

e non cessa di ripetere: vivere è altra cosa.

(Un peu d’or dans la boue, da La vie promise, 1991 – Traduzione di Antonello Danni)

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“Scrivere versi che la poesia attraversa come la luce attraversa l’acqua significa portare all’uomo, che non vive solo di pane o di pesce, una parola che lo eleva e che lo rischiara dentro”. Così scriveva il poeta belga Guy Goffette e quella parola è un’indagine continua, è la ricerca della vita promessa, è l’anelare a qualcosa di più elevato visto che l’uomo è “un animale marino che è sulla terra, ma che vuole volare”, citando Carl Sandburg.

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Grano

FOTOGRAFIA © WALLPAPER PICTURES

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è la mia libertà.
GUY GOFFETTE, Levure littéraire, n. 5, 2012




Guy Goffette (Jamoigne, 18 aprile 1947) poeta e scrittore belga. Insegnante, libraio, editore, vive e lavora a Parigi. Yves Bonnefoy lo ha battezzato “erede di Verlaine”, capace di mantenere “le cose semplici, meravigliosamente in grado di catturare le emozioni e i desideri comuni a tutti noi”.


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