giovedì 10 settembre 2015

L’Adda e la pioggia

 

SALVATORE QUASIMODO

LA DOLCE COLLINA

Lontani uccelli aperti nella sera
tremano sul fiume. E la pioggia insiste
e il sibilo dei pioppi illuminati
dal vento. Come ogni cosa remota
ritorni nella mente. Il verde lieve
della tua veste è qui fra le piante
arse dai fulmini dove s’innalza
la dolce collina d’Ardenno e s’ode
il nibbio sui ventagli di saggina.

Forse in quel volo a spirali serrate
s’affidava il mio deluso ritorno,
l’asprezza, la vinta pietà cristiana,
e questa pena nuda di dolore.
Hai un fiore di corallo sui capelli.
Ma il tuo viso è un’ombra che non muta;
(così fa morte). Dalle scure case
del tuo borgo ascolto l’Adda e la pioggia,
o forse un fremere di passi umani,
fra le tenere canne delle rive.

(da Ed è subito sera, 1942)

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Il Premio Nobel siciliano Salvatore Quasimodo (1901-1968), nel 1934 era geometra provvisorio presso il Genio Civile. Da Milano, per contrasti con un capoufficio, fu trasferito a Sondrio, in Valtellina. A Ardenno, un paese all’imbocco della Val Màsino, il poeta, con il pensiero rivolto a una donna lontana, osserva lo scorrere dell’Adda e scruta il cielo quasi a leggervi dei segni per il futuro come gli antichi àuguri romani.

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Adda

FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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LA FRASE DEL GIORNO
La vita che t'illuse è in questo segno / delle piante, saluto della terra / umana alle domande, alle violenze
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SALVATORE QUASIMODO, Giorno per giorno




Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968), poeta e traduttore italiano, esponente di rilievo dell'ermetismo.  Essenziale ed epigrammatico, ha  temperato gli influssi originari in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera un’intensa sensualità in trepide visioni. Premio Nobel per la letteratura 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.


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