venerdì 2 ottobre 2015

Carezze cieche

 

ANTONIA POZZI

UN’ALTRA SOSTA

a L.B.

Appoggiami la testa sulla spalla:
ch'io ti carezzi con un gesto lento,
come se la mia mano accompagnasse
una lunga invisibile gugliata.
Non sul tuo capo solo: su ogni fronte
che dolga di tormento e di stanchezza
scendono queste mie carezze cieche,
come foglie ingiallite d'autunno
in una pozza che riflette il cielo.

Milano, 23 aprile 1929

(da Parole, 1939)

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Un sogno di ragazza, quello della diciassettenne Antonia Pozzi: un amoroso gesto più materno che sensuale per l’amica Lucia, cui la poesia è dedicata, una condivisione di tenerezza che nell’abbraccio racchiude - con infinita sensibilità - tutto il mondo.

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Toulouse-Lautrec

HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC, “LES AMIES”

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LA FRASE DEL GIORNO
Rinascere – non sai: / come la prima carezza vergine / della luce / sul volto di una terra cieca
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ANTONIA POZZI, Parole




Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – 3 dicembre 1938), poetessa italiana. Laureatasi in Filologia con una tesi su Flaubert, si tolse la vita dopo una contrastata storia d’amore. Il suo diario poetico Parole fu pubblicato postumo, nel 1939: composto a partire dai diciassette anni, riflette un'amara e inquieta sensibilità in cui si avverte l'influsso della lirica di Rilke.


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