mercoledì 28 ottobre 2015

Fragile conchiglia

 

OSIP EMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM

LA CONCHIGLIA

Può darsi che non ti sia necessario,
notte; dall’abisso dell’universo
come la conchiglia senza perle
sono stato tratto alla tua riva.

Con insensibilità fai spumeggiare le onde,
e intrattabile canti;
ma amerai, stimerai
della conchiglia la menzogna vana.

Le starai accanto sulla sabbia
ne farai tua veste,
sarai solidale con l’ampia
increspata campana,

e le pareti della fragile conchiglia
come la casa di un cuore incolmato
riempirai di bisbigli di spuma,
di nebbia, di vento e di pioggia…

1911

(da La pietra, 1913)

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“Di questo corpo che m’è dato, che ne farò? / Che ne farò di questo dono unico e intimo? / Ditemi chi debbo ringraziare? A chi / esser grato della tacita gioia di respirare ed esistere?” si chiedeva due anni prima di questi versi il poeta russo Osip Emil’evič Mandel’štam. La risposta passa attraverso questa poesia di accettazione del vivere, che fonda in sé la tematica alla base dell’acmeismo: l’unità indivisibile della Terra e dell’uomo.

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Kush

DIPINTO DI VLADIMIR KUSH

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LA FRASE DEL GIORNO
Sono un giardiniere e anche un fiore, / in questo mondo-prigione non son solo, // sui vetri dell’ eternità / già si è posato il mio caldo respiro.

OSIP EMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM, La pietra




Osip Ėmil'evič Mandel'štam (Varsavia, 15 gennaio 1891 – Vladivostok, 27 dicembre 1938), poeta, letterato e saggista russo. Prosatore e saggista, esponente di spicco dell'acmeismo e vittima delle Grandi purghe staliniane: arrestato per una critica a Stalin e condannato ai lavori forzati in Siberia, morì nel campo di transito di Vladivostok.


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